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Mantenere viva una tradizione: la Fiera del Bue Grasso di Carrù

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Mantenere viva una tradizione: la Fiera del Bue Grasso di Carrù

La fiera è una storia che non vuole mai finire di essere letta. E’ il mezzo attraverso il quale la tradizione resta in vita e non diventa solo un ricordo.


Siamo a Carrù, un piccolo comune in provincia di Cuneo, all’inizio della Langa. Questo paese è famoso in tutta la regione ed oltre, per una fiera che ha origini addirittura nel Medioevo: quella del Bue grasso.


E’ grazie ad un decreto di Jolanda di Francia, tutrice del Duca di Savoia Filiberto I, che siamo a conoscenza di un mercato bovino bisettimanale già nel 1473, proprio dove ora sorge Carrù. Nel 1635 il Duca Vittorio Amedeo I emanò un decreto con il quale concesse alla comunità di tenere una fiera annuale della durata di tre giorni. L'odierna fiera del Bue
grasso di Carrù
nasce, però, il 15 dicembre del 1910. Ancora oggi, a distanza di 112 anni, viene rievocata lo stesso giorno ogni anno.

L’eccellenza gastronomica commemorata durante questo evento è il bue grasso: un prodotto di qualità altissima, non molto conosciuto al di fuori della nostra regione.
Parliamo di bovini autoctoni piemontesi, razza la cui carne è famosa in tutto il mondo. La castrazione del bovino maschio, entro gli otto mesi di età, favorirà l’aumento di peso dell’animale. Al quarto anno di età il bovino può essere definito bue grasso e potrà arrivare a pesare abbondantemente una tonnellata. La qualità della carne la notiamo nell’importante quantità di grasso, sinonimo di una morbidezza fuori dal normale e di un gusto avvolgente ed inconfondibile.


Sono molte le preparazioni, sia crude che cotte, che valorizzano al meglio la carne di bue, ma il piatto più iconico è, senza dubbio, il bollito misto alla piemontese. La “regola del
sette” governa la ricetta di questo piatto, realizzato con sette tagli di bue grasso: la scaramella, la punta di petto, il brutto e buono, lo stinco, il muscolo, il cappello del prete e il reale con l’osso. Sono sette anche gli accompagnamenti al bue grassi, cotti a parte: lo zampino di maiale, la testina, la gallina, la coda, il cotechino, la rolata e la lingua.


Importantissime sono le salse, che hanno l’obiettivo di arricchire il gusto delle carni bollite e rendere il tutto più avvolgente al palato. In assoluto, la più famosa e utilizzata è la salsa verde, a base di prezzemolo, che accompagna anche altre famosissime ricette piemontesi come le acciughe al verde o la lingua con il bagnetto verde, nonché sui tomini.

La 112° edizione della fiera nazionale del Bue grasso si terrà a Carrù, presso il foro boario in piazza Mercato.
Tra gli eventi più attesi, come ogni anno, abbiamo la rassegna zootecnica: una vera e propria competizione di bellezza, in cui ogni allevatore presenta un suo capo di bue grasso al pubblico e ad una preparata giuria. I premi sono ambitissimi e prestigiosi. Primo fra tutti è la famosa gualdrappa, che ritrae la testa di un bue.


Altra importante ricorrenza è l’asta del bue, entrata a far parte della fiera dal 2006. L’asta è riservata ai buoi di razza piemontese e rappresenta un’interessante attrazione per il
pubblico. Il tutto è svolto in chiave tradizionale, con il banditore ufficiale che riceve le varie offerte, ma negli ultimi anni è possibile partecipare anche online. A chi si aggiudica ciascuno
capo di bestiame viene consegnata una prestigiosa gualdrappa personalizzata.


Per ultimo, ma non meno importante, l’assegnazione dell’ambito bue d’oro: un riconoscimento istituito nel 2000, conferito a figure del mondo sportivo, culturale o politico
che si sono contraddistinti per le loro rispettive attività. Negli anni abbiamo visto importanti personaggi italiani portare a casa questo premio, come il presidente fondatore di Slow Food Carlo Petrini, lo chef e conduttore televisivo Alessandro Borghese e il sacerdote e presidente dell’associazione Libera Don Luigi Ciotti.
A chi verrà conferito quest’anno?


La partecipazione ad uno di questi eventi è un importante modo di sostenere delle importanti associazioni che lavorano ogni giorno duramente per la valorizzazione del territorio e di
eccellenze enogastronomiche e non.


Ad una fiera si respira aria di festa e allegria, ma soprattutto di storia e tradizione. La fiera del bue grasso è solo uno dei tanti esempi di rievocazioni storiche che tentano di tener vivo
un prodotto, un’usanza, un profumo o un gusto.
Facciamo sì che questo accada...