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Rione San Secondo - Palio di Asti Rione San Secondo - Palio di Asti

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Asti, AT

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Una settimana ricca di appuntamenti organizzati in occasione del Palio di Asti, la festa tradizionale astigiana che ha radici medievali, nata nell'ambito delle celebrazioni patronali di San Secondo, e  che culmina con una corsa di cavalli montati a pelo, ovvero senza sella.

Il Rione San Secondo, comunemente  detto “del Santo” porta il nome del Santo Patrono. Situato nel cuore della città, comprende, tra l’altro, Piazza Alfieri, sede della corsa. La Collegiata di San Secondo (risalente, nelle forme riconducibili a quelle attuali, al sec. XIII) ha sede nel rione, e conserva, nella cripta, una preziosa urna d’argento che custodisce le spoglie mortali del Santo nel cui nome si corre il Palio. Su piazza San Secondo si affacciano i più importanti palazzi della Città: Palazzo Civico di gusto settecentesco su preesistenze medievali,  Palazzo degli Antichi tribunali in cui si amministrava la giustizia, e Palazzo del Podestà.

COLORI: bianco e rosso

RETTORE: Federica Clerici

VITTORIE: 3

1982 - Mario Beccaris "Lo Scarus" su Gamble on gold "Argento"-  Rettore: Gino Bonino

2000 (Palio Straordinario) - Maurizio Farnetani "Bucefalo" su Thera "Luna Rossa" - Rettore: Maurizio Bertolino

2007 - Giovanni Atzeni "Tittia" su Impera - Rettore: Marco Zappa

TEMA DELLA SFILATA: "La condizione femminile nel Medioevo. Nozioni sui costumi attraverso gli Statuti di Asti"

Nella società medievale, mentre l’uomo si dedicava prevalentemente ad attività lavorative esterne e a incarichi pubblici, alla donna spettava il governo della famiglia e della casa a meno che non prendesse il velo. A differenza dell’uomo, le donne di solito non sono descritte facendo riferimento a specifiche attività, ma dalla loro condizione coniugale. Una importante funzione, di garanzia per la donna e di sostegno per l’economica famigliare, era costituita dalla dote; si trattava di un «tesoretto» personale della donna e, a seconda della condizione sociale, cambiava anche l’entità della dote. Le famiglie più umili offrivano una dote formata da lenzuola, asciugamani, oggetti d’arredo; le famiglie più ricche invece assicuravano alla sposa terre, gioielli, grandi quantità di denaro e tessuti preziosi. Nel corteo sfilano dapprima le fanciulle, quindi le spose di diverso ceto sociale che portano la propria dote, le religiose, le vedove e, per ultime, le meretrici. Si apprende attraverso gli Statuti di Asti, raccolti nel cosiddetto Codice Catenato, che queste ultime non potevano portare sulle vesti, sulla schiena o sul capo oggetti d’oro o d’argento o panni di seta o pellicce di Vaio pena la sanzione di 60 soldi astesi.

TEMA DEL CORTEO STORICO DEI BAMBINI: "Il rito del matrimonio nel Medioevo:la chiave di volta dell’edificio sociale"

Il matrimonio nel Medioevo era definito come l’istituzione di un’alleanza socialmente riconosciuta, che costituiva il presupposto di una discendenza legittima, per convenienza politica, economica o sociale. Contratti nuziali e cronache di matrimoni illustri attestano che, ad esempio nel XIII secolo, la donna poteva essere promessa sposa già a sette anni per concludere il “contratto” di matrimonio a dodici. Era il rituale a conferire una dimensione pubblica al matrimonio coinvolgendo l’intera comunità. Per le vie della città, nel corteo nuziale (traductio), fanciulle biancovestite spargevano petali di fiori e altre lanciavano grano come auspicio di fertilità e abbondanza sugli sposi che vestivano di rosso. Su di loro un velo era posto a simboleggiare l’unione (velatio nuptialis). Con la deductio ad domum, per cui la sposa era poi condotta a casa del marito, venivano portati il corredo e i doni fra cui gioielli, stoffe ricamate, veli di seta, pellicce.

FANTINO: Valter Pusceddu "Bighino" - Palii corsi: 23; Finali disputate: 12; Palii vinti: 1 (2015 - San Paolo)